Lettera a me stessa
settembre 27, 201527 Settembre 2015, Bari
Cara Francesca,
Ti scrivo questa mia perché non l'ho mai fatto prima e vorrei capire cosa si prova a parlare con se stessi. Non ho molto tempo a disposizione, solo 10 minuti, ma penso che basteranno. Mi sento un po' imbarazzata, non saprei che dirti, in fondo ti conosco già ... o mi sbaglio?
Tutto ciò ha un gusto surreale, e sento che nel profondo forse davvero non ti conosco come credo. Fai bilanci ad ogni compleanno, hai paura del tempo che corre, ma l'adesso per te è quasi inesistente. Riesci a capire gli altri, forse troppo e quando dai consigli sei arrogante. Chi ti dice che gli altri vogliano sapere cosa succede nelle loro vite? Chi ti da il diritto di sentirti professore della vita degli altri? Guarda la tua di vita, pensi di aver capito già tutto ma sei ancora lì bloccata tra le mura della tua stanza quando invece vorresti volare. Ti odio per alcune cose: quando critichi un lato della personalità di una persona senza accorgerti che quel lato lo possiedi anche tu, quando pensi che siano gli altri a rallentarti quando chi non corre sei sempre tu, quando pensi che tutti gli uomini siano superficiali e non ti accettino per colpa del tuo fisico e invece tu per prima reputi gli uomini decerebrati, pretendi troppo dagli altri e poco da te stessa. Ti ammiro per altre cose: quando dimostri di saper amare nonostante il male e le delusioni, quando sorridi sempre, quando giochi con il tuo bambino interiore. Potresti essere una donna eccezionale, ma non vuoi esserlo, odiamo la perfezione, giochiamo con i difetti e li usiamo come accessori di moda. Armonie imperfette.
So cosa ti affligge anche se non vuoi ammetterlo, so cosa provi e so quanta rabbia e odio covi ancora dentro; non preoccuparti, vivila! Sono sentimenti della vita al pari come l'amore, ma attenta hanno un potere distruttivo, maneggiali con cura.
Mi sforzo a pensarti tra 10 anni, come sarai? Come saremo? Quando arriverà la famiglia che desideriamo? Arriverà?
Non lasciare che la tristezza contamini i tuoi pensieri, c'è sempre una via d'uscita.
Mi hai insegnato molto e non abbiamo ancora finito. Purtroppo devo andare, ho terminato i 10 minuti, ma d'ora in avanti mi prenderò più cura di te.
Non stare ferma neanche per un secondo, neanche mentre guardi in alto.
La tua Francesca.
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