In parrucca we trust

settembre 28, 2015



28 Settembre 2015

Rimettendo in ordine l'armadio si può trovare davvero di tutto. Riemergono cose che credevo perdute da anni, ogni oggetto o indumento è un ricordo che stava per svanire: il maglione che mettevo sempre per stare calda, la sciarpa preferita che portavo con me come se fosse la coperta di Linus, il ciondolo perduto di Rose in Titanic, un fossile di meteorite con dentro degli organismi vivente (c'è vita nello spazio, e anche nel mio armadio), una caramella Mou, una lettera d'amore, la foto stropicciata dell'attore preferito e in un angolo, sotto indumenti che mettevo alle scuole elementari, uno scheletro di donna, forse Carmen Sandiego... ecco che fine aveva fatto! L'unica cosa che non si trova è il calzino spaiato che probabilmente vagherà solo e sconsolato in un universo parallelo, creato da un buco nero generato dalla forza centrifuga della lavatrice... altre spiegazioni logiche non esistono.
Tra gli oggettini vari e più improbabili spunta una parrucca, un caschetto castano ramato, il taglio ricorda molto quello di Mia in Pulp Fiction.
"Perché l'avevo comprata? ... Ah già quella volta che ..." e giù fiumi di ricordi e risate.
Ora la domanda è: come riutilizzare una parrucca senza dover aspettare il prossimo carnevale? Semplice! La risposta è: indossandola per dieci minuti... per strada!

"In realtà non mi sta per niente male e non sembra poi neanche così finta... o forse sì."

L'idea di prendere un qualcosa che viene associato al travestimento o al gioco e indossarlo invece come fosse un accessorio da tutti i giorni mi piace molto. Perché non si può giocare con la propria immagine? E perché se cambiamo indumenti ogni giorno non possiamo cambiare anche i capelli? Tra l'altro con l'uso della parrucca non si rovinerebbero nemmeno, niente tinture, niente lacca, naturali sempre, e per un look un po' più deciso compri le parrucche.
Non è molto appariscente la mia parrucca ma i capelli sono troppo perfetti e troppo lucidi, penso che attirerò comunque l'attenzione, mi piace. Quando ero una liceale e vestivo di nero, con le borchie, le persone mi guardavano male; ora che le riviste di moda osannano un look un po' più dark, e le borchie così come le scarpe con il zeppone sono diventate "fashion", la gente non ci fa più caso. Non vi fa ridere tutto ciò? Quanto ipocrisia e giudizio c'è nelle persone e quanta stupidità, se una cosa è sulla copertina di un giornale tutti corrono a comprarla, schiavi dell'apparenza e del consumismo non si accorgono di essere degli asini che inseguono una carota che non mangeranno mai.

Tic Tac. Mi preparo di tutto punto, parrucca ben ferma, esco di casa e faccio partire il timer.
10:00
Prendo l'autobus e faccio finta di nulla. Le ragazze che sono sedute di fianco a me mi osservano, un po' sorridono tra loro, e mentre lo fanno mi giro a fissarle e le fulmino con lo sguardo.
Tra me e me sorrido, perché le persone non si fanno i fatti loro? Perché se una vuole uscire con una parrucca si deve sentire giudicata o presa in giro? Perché bisogna stare negli schemi?
0:00
Solo il tragitto per arrivare in centro con l'autobus dura più di dieci minuti, ma io ancora non sono contenta, così vado sul lungomare e mi piazzo su una panchina. Rimango seduta lì a godermi l'aria del mare,  tra "complimenti" dei baresi un po' tamarri  e le ragazze che ridono tra loro e loro, forse invidiose del mio coraggio. Io me la godo, e mi dispiace per chi non riesce a vedere il mondo come lo vedo io.

Contenta dei miei dieci minuti oversize mi dirigo di nuovo verso la fermata, salgo sull'autobus e vedo che alcune ragazze mi fissano. Decido di fare una cosa, inizio a togliere i ferretti che tenevano ferma la parrucca, li metto uno ad uno nella borsa. Loro continuano a fissarmi, con un gesto deciso mi tolgo la parrucca, le guardo e dico: "Volete provarla?"

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